Il viaggio di Simonetta e Pietro e la nascita di Irlanda On The Road

Racconta il tuo viaggio / Simonetta e Pietro

2013 Il viaggio di Simonetta e Pietro alla scoperta dell’Irlanda

Quando venimmo in Irlanda, Pietro ed io la prima volta nel 2013 per lavoro, non avevamo idea che sarebbe diventata la nostra casa. Non avevo mai messo piede nell’Isola di Smeraldo. Vedevo questa terra come un isola lontana, silenziosa e non troppo interessante, come un satellite della più affollata e industrializzata Gran Bretagna. Insomma non le davo troppa importanza. Ma come al solito non esiste il caso!

Arrivammo in una grigia e piovosa mattina di maggio. Era l’inizio della primavera. I fuochi di Beltane erano ormai spenti da pochi giorni. Sbarcammo all’aeroporto di Knock nel Mayo. Non appena mi affacciai al portellone dell’aereo, mi colpì il profumo intenso di salmastro e dolce che aleggiava nell’aria, misto all’odore acre del kerosene avio. La pioggia cadeva lenta dopo un atterraggio immerso nella nebbia del mattino.

Agli arrivi ci attendeva Rosaria, connazionale di Milano che scelse molti anni prima di trasferirsi in Irlanda. Caricammo le valigie in macchina e partimmo per il Donegal, contea nella quale andammo poi a vivere successivamente.
La strada per il Donegal era lunga ma di una bellezza da togliere il fiato.
Le immagini scorrevano veloci dai finestrini dell’auto, mostrando ora una chiesa in stile gotico irlandese, ora un cottage adornato da un bel giardino fiorito con una simpatica fontana ai margini ed il comignolo fumante al centro del tetto il cui odore di carbone e torba penetrava dai finestrini aperti. Ora un campo incolto dove un gregge di pecore brucava tranquillo, ora un bosco di faggi che pareva toccassero il cielo con la loro chioma.

Poi il panorama cambiò gradualmente mostrando la costa discontinua con le sue spiaggette isolate, sfrangiate dall’assiduo battere delle onde, fino ad arrivare a Donegal Town. Entrammo in questa graziosa cittadina dove la vita sociale è tutta concentrata in Diamond Square, luogo in cui le facciate degli hotels, negozi di gadget, pubs e ristoranti sono dipinte di colori sgargianti e vivaci. Proprio a Donegal è presente l’antico castello degli O’Donnell del XV sec. (in gaelico irlandese Caisleán Dhún na nGall – che significa “Fortezza degli Stranieri”) costruito sull’ultima ansa del Fiume Eske prima che questo si getti nella baia.

Il cielo grigio e piovoso gli dava un aspetto ancora più austero e grave. Potevo immaginare ciò che successe nella Guerra dei Nove Anni solo osservandone le possenti mura di pietra arenaria e calcarea che sembravano non essere scalfite dal tempo.
Tra realtà, storia e misticismo ero come incantata dai racconti di Rosaria.
Riprendemmo il viaggio verso l’antica e remota zona gaelica – Gaeltacht – della Contea di Donegal dove lei abitava e abita tutt’ora, arrivando a Killybegs, il porto peschereccio più importante e attivo di tutta l’Irlanda, sfavillante di colori. Stavo assorbendo tutto ciò che osservavo, catturata dalle immagini che scorrevano, in un muto silenzio di pensiero.

Ad un certo punto la mia mente si volse a considerazioni che con Pietro facevamo spesso: trasferirsi all’estero.
La settimana che vivemmo in Irlanda fra lavoro e pubs ci ha fatto conoscere meglio la popolazione, il loro modo di pensare e comunicare.
Tornammo in Irlanda altre 3 volte per lavoro nel 2013, ma l’ultima fu risolutiva: cercammo casa! La decisione era stata presa per realizzare un sogno da tempo nel cassetto.

Cambiare vita si può: basta un po’ di coraggio – Steve Jobs
I mesi che precedettero la definitiva partenza dall’Italia furono impegnativi e concitati. Dovevamo sistemare molte faccende familiari e volevamo che tutto venisse risolto in tempo utile e senza intoppi. Tensione e concentrazione erano ai massimi livelli. Progressivamente la casa si stava svuotando e al posto dei mobili si ammucchiavano i grossi cartoni che avremmo dovuto spedire tramite corriere. Tutta la nostra attrezzatura fotografica, le fotografie, i nostri effetti personali, i ricordi, i libri, l’abbigliamento erano stati accuratamente imballati. Per il rimanente ci adoperammo per venderlo, regalarlo oppure trasferirlo a casa dalle nostre figlie. E’ stato davvero un gioco ad incastro!

24 luglio 2014 ore 17:00: pronti a partire!

I nostri amici più cari Roberto e Sabrina ci aiutarono fino all’ultimo perché potessimo andarcene sollevati.

Ci abbracciammo a lungo, intensamente, con un po’ di malinconia ricordando le tante serate e domeniche passate insieme, le nostre confidenze, gli anni trascorsi di quando abitavamo nello stesso stabile, l’infanzia delle nostre figlie, le gravidanze mia e di Sabrina che per pura coincidenza avvennero nello stesso anno e periodo. Se ci penso bene è una vita e tante esperienze vissute insieme.
Ci regalammo reciprocamente un sorriso, una lacrima e qualche battuta scherzosa per stemperare la tristezza. Siamo di quella generazione nata senza internet, WhatsApp e cellulari, ancora legati alla mentalità per la quale si pensava che la lontananza non potesse essere ridotta da nulla.

We’ll meet again! – continuavamo a ripeterci

1 agosto 2014 nacque Irlanda On The Road

Quindi a seguito della nostra idea, dopo i canonici nove mesi di gestazione, l’ 1 agosto 2014 nacque Irlanda On The Road

Del nostro cottage avevamo deciso di farne un punto di incontro e ritrovo per chi avesse voluto vivere un’esperienza nuova e originale, a contatto con la natura e la cultura. E’ qui che iniziò la nostra attività di studio, è qui che cominciammo a prendere contatto con la cultura e le tradizioni irlandesi, è qui che accogliemmo i primi ospiti fin dal nostro arrivo ed è qui che iniziammo la nostra attività di accompagnatori turistici, dapprima in Donegal per poi spingerci sempre più lontani verso altre destinazioni.
In questi anni abbiamo incontrato tante persone: simpatiche, buffe, musicisti, scouts, suonatori di cornamusa e di violino, fabbricanti di Uillean Pipe, pescatori, amici, camminatori, avventori, ma soprattutto persone con le quali poi abbiamo creato un bellissimo rapporto di amicizia e di arricchimento.

Slieve League CliffPhotography Simonetta Ecchia
La veranda orientata verso la baia di Teelin, dalla quale si scorgeva l’oceano e il Benbulben nella contea di Sligo, la facemmo diventare il nostro studio. Il salotto prendeva luce dalle vetrate disposte in modo che fin dalle prime luci dell’alba il sole potesse giocare a nascondino fra le poltrone e il divano. Il caminetto era una meraviglia, contornato dalle maioliche sulle quali erano disegnate delle rose rosse. Spesso lo tenevamo acceso per creare un’atmosfera calda e accogliente. Il cottage era circondato da un bellissimo prato verde, ma anche impegnativo da mantenere.

In questo luogo incantevole e magico, avevamo creato una specie di tempio meditativo prima di tutto per noi, che venuti fuori dal caos cittadino di Bologna, avevamo bisogno di ritrovare il nostro centro e poi per accogliere con calore i nostri ospiti e amici.

Teelin è stato il nostro trampolino di lancio, il primo impatto con la realtà irlandese ed è un luogo che ci è rimasto nel cuore. Abbiamo vissuto una favola immersa nella realtà. Il nostro umore cambiò rapidamente in meglio in poco tempo. Ciò ci ha dato l’opportunità di riflettere sul passato, di vivere meglio il presente e di avere più fiducia nel futuro. Ci ha dato modo di studiare, di osservare, ma anche di accogliere con gioia l’avventura irlandese che stavamo vivendo. Ci ha dato modo di conoscere quegli aspetti della Irish Life che da semplici turisti è difficile apprezzare in tutto e per tutto.

Cosa ha rappresentato per noi Teelin? Un Luogo Magico.

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